Uno dei vicepresidenti del Senato si rivolge ad un ministro della Repubblica (donna e nera) dandole dell’orango. Risate grasse da parte del pubblico al comizio dove si è tenuta la bella esternazione (per chi vuole prendere nota: Treviglio, in provincia di Bergamo) e sparse un po’ dovunque nella parte nord del Belpaese, ma levatissima di scudi e orrore internazionale per l’offesa. Il vicepresidente in questione precisa però che non si trattava di un insulto, piuttosto di “critica politica”. Tutti – meno che la stessa ministra e i compagni di partito e di bevute all’osteria del brillante oratore – chiedono le sue dimissioni ma lui non ci pensa nemmeno, poi alla fine si scusa, si immagina con ferma convinzione. Nel frattempo, un altro leghista della stessa risma si scusa anche lui, ma (attenzione!) direttamente con gli oranghi per essere stati impropriamente accostati ad una negra (testuale), e nessuno – al di là delle solite indignazioni di circostanza – pensa di andare fino in Veneto ad aspettarlo sotto casa per crocchiolarlo di mazzate. A rincarare la dose ci pensa una “rivoluzionaria” del M5S che gli dà manforte, e definisce gli abusati oranghi “animali dolci e gentili, quindi non è offensivo essere accostati a loro”, e lo dice seria seria ai giornalisti riuniti davanti al Parlamento.
In un blitz da servizi speciali a tinte mafiose una donna straniera regolarmente residente nel nostro Paese, viene sequestrata – insieme a sua fgiglia di sei anni – dai nostri “buoni” e data in pasto ad altrettanti “buoni” stranieri che prontamente la deportano via aereo privato in una nazione famosa per non rispettare minimamente i diritti umani (forse quelli degli oranghi sì, ma bisogna chiedere ai leghisti, che forse lo sanno). Scoperto il raggiro da polli nel quale siamo caduti, il ministro dell’interno (anche vicepresidente del Consiglio) dice di non essere stato messo al corrente della faccenda e se la prende con i sottopanza, facendo cadere subito la testa di uno di loro, non prima che questo lo smentisca dicendo che lo aveva avvisato eccome (salvo poi smentire sé stesso un’ora dopo, ma non si stupisce nessuno del dietrofront, senz’altro dovuto ad amnesia momentanea). Per sovrappiù il capo-nano (del ministro anche vicepresidente del Consiglio) è stato visto da almeno trenta persone, proprio nei giorni del sequestro delle due, nella residenza estiva in Sardegna del capo di quello Stato autore del blitz. Lui nega decisamente, e naturalmente gli si crede: del resto, come non credere a uno che non ha mai detto una palla in tutta la sua vita, e come uomo specchiato e onesto è conosciuto in tutto il globo terracqueo?
Qualsiasi cosa succeda, il Pd si spacca regolarmente (meno che per gli oranghi, ma il vicepresidente del Senato che li ha accostati a un ministro se ne fa un baffo). E’ successo per l’ìneleggibilità del capo-nano, per la responsabilità del ministro anche vicepresidente del Consiglio nel sequestro di due cittadine straniere regolarmente nel nostro Paese, e succederà ogni due per tre allo scopo di far restare in vita comunque e oltre ogni numana decenza il Governo in carica. Tanto che nel Pdl stanno pensando di creare ad arte situazioni ad hoc che vedano coinvolto in negativo il partito per far sì che si spacchi a ripetizione il Pd, e i sondaggi sono lì a testimoniare quanto si possa rivelare l8ngimirante questo tipo di strategia. Infatti, adesso il Pdl risulta essere il primo partito nelle intenzioni di voto nonostante (anzi: proprio per quello) tutte le nefandezze che i suoi esponenti commettono quotidianamente. Momento fissato per l’allungo definitivo è quello di martedì 30 luglio, data della sentenza del processo Mediaset in Cassazione: per l’occasione si prevede una spaccatura del Pd in almeno tre tronconi (pro, contro e non so) e il sorpasso anche da parte di Scelta Civica e di Fratelli d’Italia (quello del M5S è solo questione di ore, a partire da oggi per arrivare massimo a dopodomani). Per l’occasione, il sindaco bimbominckia di una città storica del centro Italia sta scaldando i motori e cogitando quali cazzate sparare ancora per riuscire a fare ancora più male al Pd, e senz’altro ci riuscirà.
E’ cominciato il processo per il naufragio della Costa Concordia, e la società armatrice è riuscita nell’ardua impresa di avere il coraggio di formulare la richiesta di costituirsi parte civile anch’essa contro il capitano della nave, quindi si trova fra due fuochi: la difesa perché in qualche modo verrà fuori che un tantinello di responsabilità ce l’ha anche lei, e l’accusa nei confronti del capitano. Infatti, gli avvocati della Costa (non sto scherzando) si sono seduti a metà strada fra i due schieramenti, per non rischiare di sbagliare poltrona. Capitano che per parte sua, vista respinta la sua prima richiesta di patteggiamento fissata dai suoi avvocati in 3anni e 4 mesi, ne ha presentata un’altra, esagerando stavolta: 3 anni e 5 mesi, più o meno un mese e 6 giorni per ogni morto procurato, che alla fin fine è un bel scontare, va là. Anche perché la moldava che era con lui sul ponte di comando rilascia interviste (peraltro raccolte da più d’un giornalista: che scoop!) dicendo che è ingiusto sia solo lui a pagare, e aggiungendo anche di sperare che la verità alla fin fine trionfi. Parola di moldava, e so cazzi pé tutti!
Il calcio sta uscendo dal letargo e fra un po’ ne faremo scorpacciata: finalmente, che sto quasi per andare in astinenza. I primi segnali dalla tifoseria per la stagione 2013-14 si palesano come davvero incoraggianti, e quelli più vivi ci vengono ancora dalle valli bergamasche (si vede che devono essere sempre avanti, da quelle parti). Gli ultrà dell’Atalanta, infatti, hanno festeggiato il ritorno all’attività della loro squadra (la Dea, tanto per andare schisci) allestendo una bella e sobria festa a base di carro armato (vero e funzionante, non sto scherzando nemmeno adesso) impegnato nello stritolare due auto pittate con i colori delle avversarie più odiate: Brescia e Roma. Sono già arrivate le dichiarazioni di guerra (del resto, a un carrarmato mica si risponde con i fiori) delle frange opposte tirate in ballo, e già si sa che ne vedremo delle belle. Sennò che gusto ci sarebbe? (prima uscita semi ufficiale dell’Inter, ieri: 3 a 0 ad una formazione di dilettanti trentini; abbiamo anche sbagliato due rigori con un nuovo acquisto – che così si presenta che meglio non poteva -, al 3’ del secondo tempo ci siamo afflosciati come un soufflé, e Mazzarri si è già messo le mani nei capelli. Ci aspetta un altro anno di dolore, ma questa è un’altra storia)
Un tocco di rosa, per chiudere con leggerezza: Al Bano e Romina si sono rimessi insieme, dopo ben diciannove anni. Non si sa se la loro riunione sia solo artistica (sono attesi da una tournè in Russia) o anche affettiva, ma ci penserà Loredana Lecciso a svelarci il mistero sul prossimo numero di Chi: io sono già in fremente attesa, e non me lo perdo di certo.
Allegri, che ne abbiamo ben donde: non ci annoiamo mai, dalle nostre parti!