Oggi è il compleanno di mio figlio Michele. Arriva domani dall’Iran, il mio splendido ragazzo, e io lo sto già aspettando contando le ore. Ho parlato stamattina mentre era in una strada di Teheran, e l’ho anche sentito esprimersi in farsi mentre ordinava qualcosa, immagino al bar. Mi è venuta una stretta al cuore e mi è anche tornato in mente cosa succedeva 28 anni fa in queste ore, quando usciva dalla pancia della sua mamma con la testa incredibilmente a pera, dopo un travaglio lunghissimo. All’infermiera che me lo mostrava ho detto: “Gli voglio bene anche così, e gliene vorrò sempre: è bellissimo!”. Da padre novello e inconsapevole immaginavo che con quel capo allungato ci sarebbe rimasto per tutta la vita, e non mi ha nemmeno sfiorato il pensiero contrario. Che tenerezza allora come adesso, e che commozione anche! Auguri, pupotto: resterai così per me e per tutto il tempo che il destino ci regalerà da passare insieme: un pupotto meraviglioso.