Ieri a Milano, in fondo a via Ripamonti, poco prima dell’ingresso della tangenziale per tornare in viaggio verso casa. C’è un distributore di gpl (mai notato prima) e mi fermo per fare il pieno. Il ragazzo – 25 anni circa, sorridente e allegro, simpatico indubbiamente – mi accoglie come se fossi il primo cliente, e in effetti è quasi così: “Abbiamo appena aperto – mi dice – dopo un sacco di tempo buttato via per risolvere tutti i problemi. C’è ancora casino, ma fra un po’ saremo del tutto a regime”. Finisce il servizio e mi consegna una scatolina bianca, con tanto di marchietto aziendale. Lo ringrazio, chiedo di che si tratta, e lui: “E’ un gadget, un piccolo contenitore di mini post-it. Per dire, se al semaforo incroci una macchina con su una bella figa, zac, scrivi il numero di targa. Poi, vedi tu cosa fare”, e ride di gusto.
Mi è tornato subito in mente quando agli inizi della carriera di giornalista mi occupavo di media, e in particolare di below the line, cioè di tutti quei tipi di pubblicità e comunicazione non “catalogabili” nella pubblicità classica che (semplificando, per intenderci) è quella tabellare, cartacea e televisiva. Nel particolare, la “specializzazione” in questione comprende – fra le altre – le sponsorizzazioni, il maketing diretto, la regalistica, l’incentive; naturalmente, “invogliando” nella maniera più accattivante il cliente ad aderirvi, quindi deve soprattutto risolversi come un’attività connotata da grande creatività. Beh, il ragazzo del gpl (potrei proprio chiamarla così, raggruppando le sue intenzioni: “comunicazione gpl”) le ha messe insieme quasi tutte, in un colpo solo. Non sarà un genio da agenzia o da impresa commerciale in proprio, ma – appunto – il cliente medio (almeno quello di sesso maschile, ma non è detto non possa funzionare anche al contrario) ha capito benissimo come colpirlo, magari solo per stupirlo e ricordarsi di lui e del suo impianto quasi ai margini della città. Infatti, è sicuro che la prossima volta ci torno, anche solo per vedere cosa si è inventato di nuovo: sicuramente quel fenomeno di ragazzo non si può essere fermato alla prima azione promozionale della sua nuova “azienda”, quella del post-it da acchiappo su quattro ruote.
E qui si aprono nuove frontiere, ancorché discutibili ma senz’altro capaci di farsi ricordare, amici miei del settore: i creativi ne tengano conto. Magari non solo quando si fermeranno al semaforo, dopo essere arrivati in fondo a Ripamonti per fare il pieno di (comunicazione) gpl.
(ah, da lì in poi non ho incontrato praticamente semafori, visto ingresso in autostrada: urge quindi affinare la tecnica, magari sottolineando nel disco vendita del nuovo “mezzo” che la possibilità vale anche per aree di servizio e piazzole di sosta 🙂 )