Per me l’idea delle pecore – ultim’ora: forse anche le mucche – mandate a brucare nei parchi romani per vincere incuria, degrado ed erba alta è da definirsi geniale, pari finora solo a quella di utilizzare topi, maiali, cinghiali e gabbiani come soluzione del problema della spazzatura che ormai deborda in ogni angolo dell’Urbe.
Continuando così nel solco della politica animal(ist)a della giunta coraggiosamente guidata dalla Virgy a 5 Raggi, mi permetto allora alcuni consigli in tema, forse timidamente buoni per la risoluzione dei problemi che affliggono questa città tapina, rovinata dalle amministrazioni precedenti:
– elefanti che sostituiscano la penuria dei mezzi di rimozione (in anni, non ne ho visto uno) delle auto in doppia e tripla fila (quando vado in città, ne vedo a centinaia);
– giraffe per il ricambio delle lampade bruciate in cima ai pali della luce;
– zebre al posto delle strisce pedonali ormai invisibili da tempo immemore;
– ippopotami a riempimento delle buche grandi come stagni e piene d’acqua dopo ogni pioggerellina che rende tutta la città più navigabile del Tevere (qui il fine è doppio, anzi triplo: oltre alla “pezza” creativa ” si portano i bambini ad assistere allo spettacolo, e si chiude il Bioparco che tanto è un costo inutile);
– carovane di 50 dromedari e cammelli al posto dei bus dell’Atac, raccomandando alle simpatiche bestiole di moderare la velocità sennò i romani si abituano male, avvezzi ai ritardi lumacosi dei mezzi capitolini come sono;
– gorilla e scimpanzé adeguatamente addestrati e pronti al rimpiazzo del 20% degli autisti della suddetta Atac che ogni giorno non si presentano al lavoro (nel caso il servizio filerebbe via meglio non dotando i primati in questione di telefonino, oggetto mai mancante durante le corse nelle quali non si può parlare al conducente, ma loro parlano sempre con mammà per accordarsi sul menù della sera: ne sono stato testimone diretto);
– leoni, tigri e fiere varie impiegate nel Colosseo dopo averci travasato rom e clandestini, per risolvere il problema annoso degli abusivi a tutto tondo una volta per tutte (nel caso ho copiato abitudini romane in uso qualche millennio fa, ma non ditelo ai pentapirla che tanto la storia non la conoscono).
Così, le prime bestialità che mi vengono in mente, ma chi più ne ha più ne metta: “loro” ascoltano i cittadini, e vi daranno soddisfazione.
Mi cruccia, infine, il problema della sostituzione della giunta attuale al completo, quando dovrà succedere (fra non moltissimo, per fortuna), e finora non mi è venuto in mente niente di meglio della “memoria del pesce rosso”, che come si sa non supera i tre secondi netti. Ho pensato quindi che mettere una vaschetta con pesce rosso su ogni scranno ora occupato dalla Virgy e dagli amici suoi sarebbe più o meno la stessa cosa di adesso. E’ pur vero che loro invece di tre secondi ci hanno messo qualche minuto a dimenticare tutte le promesse fatte in campagna elettorale, ma almeno i pesciolini – in uno spazio così circoscritto e nemmeno abilitati a urlare “Honestà!, Honestà!” perché la boccuccia gli si riempie d’acqua e non li sentirebbe nessuno – son certo che farebbero meno danni.
Pensiamoci, pensateci.