“In una Paese dell’Europa di allora chiamato Italia, in occasione della Giornata della Memoria – che come oggi cade ovunque sul nostro pianeta il 27 gennaio di ogni anno – un esponente politico in disgrazia che tutti abitualmente chiamavano “nano malefico”, “puttaniere” o “sfruttatore di minorenni (per la sua statura non politica, e per non meglio reati sessuali commessi le cui motivazioni non hanno resistito all’usura dei tempi e che per questo non ci sono chiare, ma che evidentemente non dovevano essere leggere, e per le quali sarà senz’altro stato condannato) si presentava alla Stazione Centrale (partivano da lì i mezzi ferrati su rotaia atti agli spostamenti delle persone) di Milano (allora era la città più importante d’Italia) per l’inaugurazione di un Museo dedicato alla tragedia della Shoah, anche se non invitato ufficialmente. Ai giornalisti presenti (erano molti in quei periodi, e lavoravano soprattutto per organi dell’ormai da tempo defunta carta stampata) dichiarava frasi sconnesse del tipo “Il fascismo ha fatto cose buone”, “Le leggi razziali sono state un tributo obbligato da pagare per ottenere l’alleanza con la Germania”, “Presto Balotelli sarà del Milan” (per quest’ultima non siamo riusciti a risalire a spiegazioni comprensibili, ma i nostri storici ci stanno lavorando). Finita l’incredibile sequela, il “nano” in questione, fra il fastidio evidente dei vicini di posto – molti di loro ebrei – si accomodò in platea e si addormentò. Per sempre, per non svegliarsi mai più. E tutti vissero più felice e molto più contenti”. (La cronaca è puntuale e precisa, è errata solo alla fine. Un gran peccato davvero)