9 aprile 2013
Sponda Milan. I rossoneri non riescono a battere la Fiorentina nonostante giocassero in dodici (l’arbitro, per ragioni cromatico-mimetiche, vestiva un’altra maglia), e gli avversari per quasi tutta la partita invece soltanto in dieci. Galliani, all’ennesima monetina centrante perfettamente la sua pelata ha dato fuori di senno dall’alto della tribuna d’onore di Firenze, minacciando anche di crocchiolare di botte financo un bambino che si trovava nei suoi pressi. E’ stato salvato da Renzi, in cambio della promessa di un appuntamento riservato ad Arcore per cena (le malelingue dicono anche dopocena) ospite di colui che probabilmente sarà presto il dominus di tutti e due. Balotelli sta ricominciando a fare il SuperMario che tutti conoscevamo fino a due mesi fa, e si è di conseguenza prenotato per qualche turno di riposo, beccandosi un giallo che anche un idiota avrebbe evitato, per evidenti ragioni di opportunità. Tanto davanti al prossimo turno avrebbe trovato solo il Napoli, e la sera – comunque sarebbe andata – una discoteca con contorno di pacchianate; così a ballare con contorno di ragazze in libera uscita dalla Congregazione delle Dame di San Vincenzo ci può andare dal primo pomeriggio, ed è contento e garrulo come un bambino dell’asilo, in linea con la portata del suo cervello. Oltre che bravo, sportelloso e picchiatore come un fabbro ferraio, il nostro eroe pallonaro dell’ultimissima leva, transfuga dalla sponda buona del Naviglio, si è dimostrato una volta di più anche lungimirante e furbo come pochi. Tanto gli daranno al massimo solo una multa, e una prima è già fissata in 50mila euro perché fumava in treno. Una domanda: ma la sanzione in questione (invero pesantina anziché no) gli è stata comminata dalla società rossonera o da Trenitalia? Perché se è la seconda che ho scritto devo stare parecchio attento anch’io, ché una sigaretta al cesso sulla tratta Roma-Milano (che spesso mi capita di percorrere) non val bene un fallimento personale, eh no!
Sponda Juve. Conte ha accolto il ritorno in panchina di Vucinic, sabato contro il Pescara, con un bel gesto (pacca sulla spalla) e una commovente frase d’incoraggiamento a commento della partita da lui fin lì disputata, un vero e proprio distillato di signorilità, di quelli che lasciano il loro solido ricordo nelle menti (peraltro non eccelse, in genere) di un calciatore professionista: “Hai giocato di merda”. Passi che la Juve ha vinto per due gol proprio di Vucinic, ma questi son solo dettagli per sofisti, come son io. Intanto da quelle parti ci si prepara nel segno della moderazione alla partita di ritorno con il Bayern, valida per il tentativo (difficile, ma forse riesce: è un sincero augurio) superamento di turno in Champions: “Dovremo giocare come in guerra, con la baionetta fra i denti”. Panico in Uefa, e rapida consultazione in loco dei regolamenti: sembra che la baionetta in tenzoni sportive del genere sia ancora vietata, e che comunque alla squadra zebrata bastino alla bisogna le botte che Chiellini, Marchisio e Vidal sono soliti distribuire senza pietà su caviglie e malleoli degli avversari. Una nota informativa e d’ammonimento in tal senso è stata inviata ad Agnellino e Marottone, ma loro ancora son lì a tentare di capirla, e hanno chiamato a consulenza Moggi per la traduzione: le sue conoscenze di usi, costumi e linguaggi svizzeri (intesi non solo nei confronti delle sim telefoniche) sono considerate dalle parti di Vinovo al di sopra di ogni sospetto e competenza. Poco interesse pare aver riservato anche il fatto che un Chagall rubato sia stato trovato in possesso di Bettega: dopo rapida ricerca su Wikipedia si è scoperto non trattarsi di un arbitro francese già a libro paga, quindi la società si è dichiarata “del tutto estranea” all’episodio, ostentando sicurezza unanime e sottolineando anche che il signor Bettega non ricopre ormai da anni nessun incarico direttivo in società. Grande respiro di sollievo e festa conviviale per lo scampato pericolo a base di bagna cauda, allargata agli amici (che sono parecchi, e costano). Una volta tanto i brutti e ingiustificati sospetti sono scacciati senza ombre, e il fatto che il Chagall in questione sia stato rubato undici anni fa pare non turbare il sonno a nessuno, da quelle parti, né a fomentare ridicole dietrologie. Una volta tanto che tutto sia cristallino e guai a dubitarne, che diamine!
Sponda Inter. I telecronisti di Sky non avevano fatto in tempo ad affermare che il trio di difesa Juan Jesus-Samuel-Ranocchia si caratterizza come il migliore di tutto la stagione fra quelli che la squadra nerazzurra può permettersi di schierare in campo (snocciolando anche una serie di statistiche macchinose e improbabili a corroborare l’affermazione) che il trio – per una volta, e speriamo l’unica, trasformatosi in – sciagura ha inanellato errori tali da far rimpiangere Brechet, Sorondo, Landini, Cella, Macellari, Pistone e Centofanti (solo per nominare alcuni dei protagonisti di delitti di leso calcio che hanno calcato i campi in erba della massima divisione con indosso i colori più belli del mondo). Vero è che l’arbitro è stato l’unico a vedere un fallo di rigore rispetto ad alcuni milioni di persone in attenta visione dell’evento (quelli allo stadio più tutti gli altri davanti alla tv), ma farsi rimontare due gol e poi perdere in quel modo contro l’Atalanta è impresa epocale che non sarebbe riuscita nemmeno al Borgorosso Fc. Moratti fa pur bene a sottolineare che i rigori dati all’Inter sono rari come le pioggia nel Maghreb, ma anche le nefandezze perseguite dai preparatori atletici della squadra non devono essere da meno se per mettere undici validi in campo fra un po’ bisognerà rivolgersi ad Emergency. Credo purtroppo del tutto illusoria anche la proposta di Paolo Bonolis di far scendere in campo, dalla prossima volta in poi, la squadra Primavera, anche perché fra un po’ la stagione in questione finisce e nello scampolo che ne resterà non mi risulta che esista anche una squadra Estate, e alla ripresa dopo la pausa stagionale nemmeno una Autunno, e che queste espressioni giovanili dell’Inter che verranno circoscritte alle stagioni dell’anno possano sostituire quella titolare (o quel che ne resta dopo la regolare decimazione periodica, ormai tale da aspirare a record mondiali nel campo dell’ortopedia e della distrazione muscolare). Quindi, meglio tenersi quello che passa il convento degli adulti sperabilmente e finalmente sani nell’arco degli undici mesi di regolare attività calcistica, recuperare saldamente qualche stampellato ormai quasi cronico e qualche altro quasi sparito dai radar di Appiano, sperare nella statistica che ci butti finalmente lì qualche rigore a favore che nemmeno Gervasoni potrà evitare di fischiare, e mandare Stramaccioni a ripetizione. Lezioni personalizzate e incentrate sui piagnistei da evitare e sulle tattiche dell’ultima generazione da studiare a menadito, che magari un posto nei ranghi per l’anno prossimo glielo manteniamo lo stesso. Questo in previsione del ritorno dell’immenso Mourinho, che pare certo. Non pare certo? Oh la peppa, non voglio nemmeno pensarci.
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