La gran parte di chi decide di cimentarsi nello “scrivere” è convinta di saperlo fare in maniera innata, magari forte di un curriculum scolastico letterario che è stato prodigo di soddisfazioni e riconoscimenti negli anni (spesso di molto passati), oppure spinto dalle gratificazioni altrui ricevute in occasione di cimenti letterari casuali, amatoriali o di qualsivoglia altra natura. In verità, “scrivere” in maniera accettabile tanto da pensare di poter passare positivamente al vaglio di professionisti del settore (ad esempio, quelli di una casa editrice) è ben altra cosa, e deve sottostare ad alcune (e nemmeno poche) regole, che si vanno senz’altro ad unire a predisposizioni letterarie naturali che però da sole non bastano certo a “certificare” uno status di (possibile) scrittore, a qualsiasi livello lo si voglia intendere. Quello che in questo caso si propone sono una serie di incontri teorico-pratici (almeno cinque) per affinare le tecniche di base utili ad affrontare il cimento, che è da intendersi assolutamente tale a tutti gli effetti: tutt’altro che semplice, molto impegnativo e al quale accostarsi senza preclusioni di sorta, soprattutto spogliandosi della certezza di essere all’altezza di qualcosa di alto, magari senza averne la veste se non le proprie sensazioni che in genere non sono verificate in maniera agnostica da giudizi esterni, imparziali e disinteressati. Alla fine di questo – minimo – percorso stabilito di comune accordo è possibile studiare insieme come proseguire (e se) la strada fin qui compiuta: le vie della scrittura possono essere molteplici, e quando sono intraprese nella giusta direzione diventano del tutto soggettive, e per questo vanno affinate caso per caso.